L’Identita’:
In un contesto internazionale sempre più articolato e complesso , in cui tutti possono attingere al tutto, di una informazione generalizzata , sempre più difficile sarà per la figura dell’Architetto trovare una propria identità , che possa essere originale ed unica . I Movimenti culturali , nel corso dei secoli, hanno evidenziato personalità creative che, contestualizzate in essi , hanno potuto esprimere ideativita’ spesso facilmente riconoscibili . Guardiamo l’Architettura del secolo XX , essa ha assunto varie denominazioni in seguito all’espressione creativa di Personaggi che del proprio pensiero filosofico hanno fatto il manifesto di un nuovo costruire . Tra coloro che abbiano abbracciato le varie teorie vi sono sempre stati nomi che si sono distinti e che hanno segnato il corso dell’evoluzione del pensiero architettonico .I grandi Maestri che negli ultimi trent’anni la critica ha identificato con il nomignolo quasi dispregiativo di “ Archistar “ si stanno sempre più dissipando perché sempre più difficile e’ diventato creare un linguaggio riconoscibile . La massificazione dell’informazione è l’utilizzo di strumenti informatici sempre più elaborati e sofisticati da’ la possibilità di creare progetti che non necessariamente hanno bisogno di un presupposto cognitivo e culturale profondo dell’Architettura , elementi questi , che sono sempre stati alla base di un prodotto di qualità . Con la possibilità di creare forme sempre più ardite e complicate, che non si sarebbero potute realizzare , in precedenza , senza l’ausilio di software elaboratissimi , l’immagine dell’Architetto scompare dietro quella di elaborazioni virtuosistiche gestite da abili tecnici di informatica più che Architetti e da qui una alienazione profonda della professionalità , non più riconoscibile . L’ultima grande professionista che sia stata in grado di lasciare una traccia visibile del proprio operato e che ,oggigiorno , viene perpetrato stancamente dai suoi collaboratori , scimmiottando con scarsi risultati , alcuni dei suoi assiomi progettuali , e’ stata Zaha Hadid . Il suo modo di fare architettura , utilizzando programmi informatici sempre più aggiornati , Le ha dato la possibilità di restare nella Storia , forse tra gli ultimi Maestri ad aver elaborato un proprio segno oggettivo . Di certo vi sono altri grandi Studi professionali che si sono affermati negli ultimi anni ma più che grandi e riconoscibili Architetti sono essenzialmente macchine da guerra ,che macinano progetti a più non posso, la cui paternità non è di facile attribuzione all’uno oppure all’altro Studio, perché il manufatto prende il sopravvento rispetto al proprio ideatore , che resta in secondo piano rispetto al significato comunicativo del prodotto stesso. Questo processo dell’appiattimento dell’espressivita’ Ideativa dell’Architetto dovuto proprio alla possibilità di attingere idee tra un’infinità di proposte che si susseguono sull’etere procura allo contempo alienazione e frustrazione individuale perché sempre più difficile sarà la possibilità di lasciare dietro di sé un linguaggio riconoscibile .
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